22 febbraio bandiere rosse al vento…Valerio Vive!

"Sono tanti i motivi per i quali, dopo trent’anni, non ho smesso di cercare il colpevole. E tra tanti, ce n’è uno che è proprio una tortura. Quando questo ragazzo è comparso davanti ai miei occhi, non aveva il passamontagna. Potrei ancora identificarlo".

Trent’anni fa veniva ucciso nella sua casa Valerio Verbano, davanti gli occhi della madre Carla, per mano dei fascisti dei Nar. Valerio era uno studente del liceo Archimede, attivo nelle campagne di controinformazione che ricostruivano i legami tra settori dello stato, eversione nera e poteri forti. Una passione per la libertà e la giustizia sociale che ha pagato con la vita.

Un anniversario dal forte valore simbolico che, ancora una volta, vogliamo vivere come occasione collettiva di difesa della memoria storica, battaglia di verità e giustizia. Ma anche come occasione di lotta e di movimento. Non è un caso che negli ultimi anni si sono moltiplicati i progetti culturali, sportivi e di aggregazione dedicati a Valerio, per fare della memoria uno strumento di trasformazione del presente.

Ricordare oggi Valerio, significa continuare a lottare per una società più libera, contro la paura e l’egoismo, per nuovi diritti di cittadinanza, contro un modello sociale fondato ancora sullo sfruttamento. Significa concretamente strappare spazi alla speculazione, affermare il diritto alla casa, contrastare la precarietà di vita e di lavoro, aprirsi a una società multiculturale, praticare autonomia e indipendenza.

Ricordare oggi Valerio significa valorizzare i percorsi avviati in questi anni nei nostri quartieri, nelle scuole e in tutta la città. Per queste ragioni abbiamo pensato a un calendario di iniziative che prova ad esprimere tutta la ricchezza e la complessità di questo filo rosso della memoria.

Si inizia giovedì 18 febbraio, alle 17, all’Astra 19 di via Capraia, con la presentazione del libro scritto da Carla Verbano; si prosegue sabato 20, alle 16, con un corteo cittadino che attraverserà i luoghi di vita di Valerio ma anche le vertenze del territorio, per poi concludersi a piazza Sempione con un grande concerto, in cui si esibiranno – tra gli altri – 99 Posse e Assalti Frontali. Un luogo scelto non a caso, che ha visto una grande esperienza di autogestione, produzione culturale e contrasto della speculazione, il centro sociale Horus, al centro di una vertenza ancora viva, nonostante lo sgombero dello scorso novembre. Infine, lunedì 22 febbraio, giorno dell’anniversario, ci saranno due appuntamenti: la mattina, al liceo Archimede, organizzato dalle reti studentesche cittadine; il pomeriggio, dalle 16, il presidio "Un fiore per Valerio".

A distanza di trent’anni, vogliamo proseguire il percorso di lotta e di passione per la vita di Valerio, non per odio ma per dignità.

Valerio vive.

Le compagne e i compagni di Valerio

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IL GOVERNO APPROVA LA RIFORMA DELLE SUPERIORI.LA SCUOLA SCIOPERA IL 12 MARZO

 

Questa mattina il Consiglio dei Ministri ha dato il via libera ai Regolamenti della sciagurata “riforma” delle superiori. Tale “riforma” non ha alle spalle alcun progetto didattico, come non ne avevano alle elementari la “maestra unica” o la devitalizzazione del Tempo Pieno. Si cancellano o si immiseriscono materie importanti di studio, si tagliano ore di insegnamento cruciali (in media 4 ore settimanali in meno), si sopprimono laboratori e esperienze pratiche professionalizzanti, si cacciano decine di migliaia di precari, eliminandone il posto di lavoro, soltanto in nome del Dio Risparmio, a spese di una istruzione sempre più impoverita, giudicata un investimento improduttivo da questo e dagli ultimi governi. Ma la partita non si chiude qui. I Regolamenti dovranno superare ancora non solo le obiezioni del Consiglio di Stato ma ottenere l’approvazione della Corte dei Conti e del capo dello Stato, fino alla pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale. Solo allora le scuole potranno presentare l’“offerta formativa” alle famiglie che, essendo a poche settimane dalla scadenza per le iscrizioni (26 marzo), dovrebbero iscrivere i figli pressoché “al buio”. Soprattutto, in queste poche settimane docenti, genitori e studenti vedranno il progetto distruttivo in tutta la sua brutale concretezza, città per città, paese per paese, con le scuole che spariscono, gli accorpamenti folli, gli indirizzi di studio soppressi. Ci sono dunque le condizioni perché si sviluppi, qui ed ora, una forte opposizione alla “riforma” da parte di docenti ed ATA, precari e “stabili”, studenti, genitori. Dobbiamo intensificare subito la lotta, agevolando la mobilitazione di tutto il popolo della scuola pubblica. Tale lotta culminerà il 12 marzo nello sciopero generale della scuola per l’intera giornata, convocato dai Cobas, e in una grande manifestazione nazionale (P.della Repubblica ore 10, corteo fino al Ministero di V.Trastevere), per il ritiro della “riforma” delle superiori; contro i tagli, il decreto Brunetta, il disegno di legge Aprea e la gerarchizzazione nella scuola; contro il decreto “ammazza precari”, per l’assunzione dei precari su tutti i posti vacanti; perché l’obbligo scolastico venga innalzato e non abbassato a 15 anni, per significativi investimenti, per la democrazia sindacale nelle scuole e la restituzione a tutti del diritto di assemblea. In testa al corteo del 12 marzio ci saranno i precari/e, che in questi mesi si sono battuti coraggiosamente in difesa della scuola pubblica, della qualità dell’insegnamento e del loro posto di lavoro.

Questa mattina il Consiglio dei Ministri ha dato il via libera ai Regolamenti della sciagurata “riforma” delle superiori. Tale “riforma” non ha alle spalle alcun progetto didattico, come non ne avevano alle elementari la “maestra unica” o la devitalizzazione del Tempo Pieno. Si cancellano o si immiseriscono materie importanti di studio, si tagliano ore di insegnamento cruciali (in media 4 ore settimanali in meno), si sopprimono laboratori e esperienze pratiche professionalizzanti, si cacciano decine di migliaia di precari, eliminandone il posto di lavoro, soltanto in nome del Dio Risparmio, a spese di una istruzione sempre più impoverita, giudicata un investimento improduttivo da questo e dagli ultimi governi. Ma la partita non si chiude qui. I Regolamenti dovranno superare ancora non solo le obiezioni del Consiglio di Stato ma ottenere l’approvazione della Corte dei Conti e del capo dello Stato, fino alla pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale. Solo allora le scuole potranno presentare l’“offerta formativa” alle famiglie che, essendo a poche settimane dalla scadenza per le iscrizioni (26 marzo), dovrebbero iscrivere i figli pressoché “al buio”. Soprattutto, in queste poche settimane docenti, genitori e studenti vedranno il progetto distruttivo in tutta la sua brutale concretezza, città per città, paese per paese, con le scuole che spariscono, gli accorpamenti folli, gli indirizzi di studio soppressi. Ci sono dunque le condizioni perché si sviluppi, qui ed ora, una forte opposizione alla “riforma” da parte di docenti ed ATA, precari e “stabili”, studenti, genitori. Dobbiamo intensificare subito la lotta, agevolando la mobilitazione di tutto il popolo della scuola pubblica. Tale lotta culminerà il 12 marzo nello sciopero generale della scuola per l’intera giornata, convocato dai Cobas, e in una grande manifestazione nazionale (P.della Repubblica ore 10, corteo fino al Ministero di V.Trastevere), per il ritiro della “riforma” delle superiori; contro i tagli, il decreto Brunetta, il disegno di legge Aprea e la gerarchizzazione nella scuola; contro il decreto “ammazza precari”, per l’assunzione dei precari su tutti i posti vacanti; perché l’obbligo scolastico venga innalzato e non abbassato a 15 anni, per significativi investimenti, per la democrazia sindacale nelle scuole e la restituzione a tutti del diritto di assemblea. In testa al corteo del 12 marzio ci saranno i precari/e, che in questi mesi si sono battuti coraggiosamente in difesa della scuola pubblica, della qualità dell’insegnamento e del loro posto di lavoro.

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Fuga da Ndraghetown

Governo e ‘ndrangheta trovano "la quadra".
Si inizia spremendo per anni decine di migliaia di schiavi negri nella piana di Gioia, lasciandoli sgobbare per pochi euro. Così facendo si mantengono costi bassi, competitività sui mercati e lauti profitti. Poi, quando non c’è più nulla da spremere, si alza il livello di tensione, provocando gli schiavi con un’ulteriore impennata di sfruttamento e violenza.
Alla prima umana reazione si possono finalmente sciogliere i cani, soffiando sull’intolleranza favorita dalla crisi e da politiche razziste, puntellate ad arte da media compiacenti. Qualche schioppettata e una generosa dose di bastonate a condire il tutto ed ecco che miracolosamente gli schiavi si offrono al boia, prendendo per vere le sue promesse di protezione e rispetto dei diritti umani. Soddisfatto del risultato ottenuto. Il boia si rimangia la parola e i clandestini possono tranquillamente essere deportati, applicando alla lettera le ultime pelose direttive in tema di immigrazione. Mentre le varie istituzioni si rimpallano le responsabilità davanti all’opinione pubblica, la ‘ndrangheta si lecca i baffi e prende due piccioni con una fava. Ci guadagna subito evitando di esborsare le misere paghe degli schiavi fuggitivi e si appresta a gestire la prossima ondata di disperati con un maggiore potere contrattuale, amaro frutto della paura. Il pranzo è servito!
E come se non bastasse la rivolta dei migranti di Rosarno arrivano le cariche al presidio di solidarietà di sabato 10. Cosa vorrà riferire martedì 12 gennaio, alle 17, il Ministro dell’Interno Roberto Maroni sui fatti di Rosarno nell’Aula del Senato? E soprattutto come coniugherà l’antirazzismo espresso in merito alle questioni calcistiche e le politiche razziste che sta invece mettendo in atto?
Intanto le proteste delle migranti e dei migranti non si fermano, dallo sciopero dei consumi alla moltiplicazione di appuntamenti e presidi in tutta Italia.

Domenica 24 gennaio al de Lollis occupato alle 11, assemblea nazionale per costruire lo sciopero dei migranti e delle migranti del primo marzo.

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